Negli ultimi 15 anni l’enologia del nostro paese è cambiata moltissimo. L’effetto della globalizzazione ha portato anche il nostro paese a puntare in maniera pù coesa su alcune scelte strategiche. In particolare la valorizzazione dei vitigni autoctoni è stato forse l’aspetto che ha maggiormente caratterizzato i vini della penisola. Con una minor necessità di grosse rese si sono praticamente ovunque riscoperte varietà d’uva pressochè dimenticate perchè poco produttive, ma spesso con profili qualitativi davvero interessanti. In un contesto di forti connotazioni culturali a livello locale abbiamo “riscoperto” una considerevole quantità di vitigni, tali che oggi l’Italia è di gran lunga il paese al mondo col maggior numero di varietà riconosciute. Personalmente, durante il periodo della tesi universitaria, ho frequentato dei gruppi di degustazione che si occupavano proprio di caratterizzare i vitigni emergenti, ed in una di queste occasioni ero rimasto molto stupito da Passerina e Pecorino, due vitigni in fase di studio nelle Marche. Data la forte tradizione bianchistica, dovuta particolarmente a fattori climatici tutta la costa adriatica, ma in particolare Marche ed Abruzzo, hanno visto rispuntare sul mercato un grande numero di vini bianchi prodotti con uve autoctone, e ri-valorizzate. Molti di questi possiedono caratteristiche fruttate peculiari ed intriganti, ma anche la sapidità è un marchio di fabbrica di alcuni di questi. Nella nostra selezione di bag-in-box in bottega, come sull’ e-commerce vi proponiamo, dall’Abruzzo, i bianchi Pecorino, Passerina e la meno nota Cococciola, diversi tra loro per struttura e profili aromatici, simili per freschezza e sapidità ma soprattutto tipicità.
Buon(i) autoctoni a tutti!
I Vinaioli